Monte Monaco E' Parco Regionale

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lunedì 31 dicembre 2007

INCOMPATIBILITA' AMBIENTALE DELLE CENTRALI A BIOMASSE

QUALI SONO I “BENEFICI” DELLE DUE CENTRALI

A “BIOMASSE” DA 22 MW CIASCUNA

I “benefici” di questa fonte energetica sono legati a determinate condizioni, senza le quali il loro impiego può rovesciarsi in un danno ambientale e addirittura in un aumento dell'effetto serra e in un danno all'agricoltura e agli ecosistemi. Le dimensioni e le caratteristiche dei due progetti non soddisfano queste condizioni, soprattutto perchè prevedono anche solo in parte, che la biomassa provenga da lontano “filiera lunga”

Non ha senso per un paese come il nostro, con risorse agricole limitate, ma ad alta qualità, coltivare biomassa semplicemente per buttarla in una caldaia. Lo può fare correttamente una cooperativa dì contadini o una comunità di montagna in piccoli impianti per l'autosufficienza energetica. Ma non ha senso che lo proponga un gruppo industriale.

COSA PREVEDONO QUESTE CENTRALI ?

Questi impianti non sfruttano le “biomasse” del territorio, bensì prevedono lo sfruttamento dell’olio di palma o di altri oli importati dall’estero, soprattutto quello di palma coltivato in piantagioni create distruggendo intere foreste del Borneo o dell’Amazzonia. Le “biomasse liquide”, che ha fatto pensare a olio di palma importato dai Paesi dell'estremo Oriente o Sud America (definito quindi a “filiera lunga” con navi cisterna che partono da lontano, cariche di olio di Palma per portarlo a Bari)

Accettare l’insediamento di queste centrali significa assumersi fino in fondo le proprie responsabilità di fronte agli effetti dei mutamenti climatici e delle indicazioni del protocollo di Kyoto. Non possiamo accettare mai progetti di centrali che utilizzano biomasse derivate da coltivazione che in un’altra parte del mondo prendono il posto di foreste. Non possiamo pensare di risolvere la questione delle emissioni di gas effetto serra in Italia, distruggendo le foreste del Borneo, dimostreremmo di non aver proprio capito niente!!!

QUAL E’ LA CONVENIENZA ECONOMICA?

La convenienza economica riguarda solo chi ha proposto questi tipi di impianti e deriva essenzialmente da due fattori: il basso costo della manodopera, cioè lo sfruttamento dei lavoratori del terzo mondo e i “certificati verdi” che permetteranno di ricevere contributi dallo Stato. Questo è il modo più sbagliato di fare energie alternative!

Un progetto che non ha nulla di sostenibile per il nostro territorio né per il pianeta.

QUESTI PROGETTI HANNO BISOGNO DELLA “VIA” (Valutazione di Impatto Ambientale)

Una centrale ad olio di palma con una “filiera lunga” non è certamente coerente con gli obiettivi del protocollo di Kyoto, in quanto è inevitabile il suo impatto ambientale.

La produzione di elettricità da biomassa in Italia non è e non può essere competitiva sul mercato energetico. Si regge a stento con i “certificati verdi” e con materiale di importazione perché il costo della nostra materia prima agroforestale è troppo elevato rispetto ai prezzi di un olio di palma dei paesi tropicali o di un pellet derivato dai residui delle segherie canadesi.

I PUNTI DEBOLI E SENZA PROSPETTIVA DEI PROGETTI PROPOSTI AL NOSTRO COMUNE SI POSSONO COSÌ SINTETIZZA

le due centrali sono alimentate ad oli vegetali che provengono dai paesi orientali o sudamericani;

provocano il disboscamento di foreste pluviali e il consumo di energia fossile per il trasporto con un’emissione elevata di C02 che vanificano sostanzialmente il “beneficio” del ricorso al combustibile vegetale.

non è un impianto cogenerativo;

non è agganciato ad un progetto industriale o agricolo di sfruttamento dell'energia prodotta o del calore residuo;

Non sono rispettati gli indirizzi scritti nel piano dell' “Agenda 21”

ALCUNI DATI SIGNIFICATIVI

Pietravairano

abitanti

superficie

superfice

superfice agraria

mq

ha

ha

3022

33200000

3320

2192,17

Per il funzionamento di 1 sola Centrale a biomassa da 22 MW

Per alimentare un motore da 22 Mwhel sono necessarie c.a. 4, ton. x ora di olio vegetale; per produrre una tonnellata di olio occorrono c.a. 1-1,4 ettari di colivazione tipo soia, colza, girasole.

tonn. di olio all'ora

tonn. di olio al giorno

tonn. di olio in un anno

ettari di terreno per coltivaz. in un anno

superficie agraria di Pietravairano

Rapporto percentuale

t

t

t

ha

ha

%

4,4

105,6

38544

46252,8

2192,17

4,73954009

olio densità

volume di olio al giorno

n° camion al giorno da 25 mc

t/mc

mc

0,92

114,78

4,59











'

giovedì 22 novembre 2007

IL PERICOLO DA EVITARE

PERCHÉ DOBBIAMO IMPEDIRE LA COSTRUZIONE DELLE DUE CENTRALI A BIOMASSE IN LOCALITÀ “PARCO” E “SANTOIANNI”?

In queste centrali verranno bruciate annualmente tonnellate di oli vegetali grezzi importati dal terzo mondo, ma la legge vigente consente che possano essere utilizzati rifiuti animali, industriali, residui agricoli e rifiuti urbani.

COSA DICONO GLI ESPERTI

Le “ centrali a biomasse” che vogliono impiantare sul nostro territorio producono PARTICOLATO perché funzionano mediante la combustione di oli grezzi. Oltre ai fumi estremamente inquinanti producono sostanze pericolosissime:le NANOPOLVERI che non sono sostanze gassose e quindi diluibili nell’atmosfera ma sostanze solide capaci di entrare nel nostro organismo e causare processi di cancerogenesi e infiammazione. Le polveri che vengono prodotte vanno dal PM10 che è particolato inalabile che raggiunge le vie aeree superiori quali laringe e faringe al particolato ultrafine capace di arrivare fino agli alveoli polmonari causando gravi patologie respiratorie (cancro polmonare, asma e bronchite croniche).

Il professor Gehr dell’Istituto di Anatomia dell’Università di Berna affera che le polveri sottili possono raggiungere anche le cellule nervose provocando malattie neurodegenerative.

Studi in Olanda e a Boston evidenziano fortissime relazioni tra l’inquinamento atmosferico da polveri sottili e malattie cardiocircolatorie come ictus.

Le nanoparticelle sono bioaccumulabili e non bioconvertibili, e ad oggi i filtri per rilevarle sono di scarsa efficacia.

UN DANNO ALL’ECONOMIA E ALLA SALUTE DEI CITTADINI

Gianni Tamino docente di biologia e di diritto ambientale all’Università di Padova, esperto di fama internazionale e già consulente del ministero dell’Agricoltura afferma che una centrale a biomasse non può essere alimentata solo con materie prime del posto o delle zone limitrofe e sarebbe quindi necessario importare materiale da fuori con un conseguente aumento dell’inquinamento, facendo venire meno uno dei principi fondamentali per cui una centrale a biomasse può esistere : mantenere a zero il rapporto tra i valori della CO2 (anidride carbonica) emessa con quella sintetizzata dai prodotti bruciati. Inoltre, per assicurare la massima resa energetica che garantisca l’efficienza del forno si richiede l’apporto di migliaia di m3 di metano i cui fumi che provocherebbero un inevitabile inquinamento atmosferico !

domenica 29 luglio 2007

Quando l'ultimo albero sarà abbattuto
Quando l'ultimo fiore sarà essiccato
Quando l'ultima goccia d'acqua inquinata sarà bevuta ......ci accorgeremo che il denaro non è commestibile e cancellerà tutto ciò per cui abbiamo combattuto